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Novità nel settore dei nomi a dominio, con il WHOIS che sparisce per lasciare posto al RDAP: il protocollo a cui tutti eravamo abituati, infatti, al giorno d’oggi viene ritenuto obsoleto, ma soprattutto non conforme alle prescrizioni contenute nel GDPR. Per questo motivo il suo posto viene preso dal Registration Data Access Protocol: la decisione è stata assunta dall’ICANN, l’ente internazionale che gestisce l’attribuzione degli indirizzi IP e che si occupa anche del sistema dei cosiddetti Top-Level Domain, appunto i nomi a dominio di primo livello.

Che cosa cambia

In particolare, l’ICANN ha avviato una negoziazione ufficiale per implementare nel Registration Data Directory Services il RDAP. Le compagnie partner dell’ente hanno ricevuto da ICANN una lettera in cui viene suggerito un emendamento da applicare al Base Gtld Registry Agreement. Quest’ultimo è l’accordo che l’ICANN ha sottoscritto con le diverse imprese che gestiscono la registrazione dei domini. Il nuovo standard di riferimento sarebbe appunto il RDAP, e il protocollo manderebbe in cantina il WHOIS. Il sistema che ha sempre accolto le informazioni relative ai nomi di dominio registrati viene ritenuto poco sicuro: dopo oltre 20 anni di onorata carriera, insomma, è giunto il momento che lasci spazio a soluzioni che assicurano una maggiore riservatezza e che risultano in generale più affidabili.

RDAP, tutto quello che c’è da sapere

In pratica, con il nuovo protocollo solo le persone autorizzate avranno la possibilità di accedere ai dati di coloro che hanno registrato un nome a dominio: questa è una delle differenze più significative rispetto a WHOIS, che invece permette a tutti di visualizzare i dettagli e le informazioni relative alle aziende o ai privati titolari dei domain name. Come si può intuire, dunque, con la novità RDAP i possessori di un dominio avranno l’opportunità di beneficiare di una maggiore privacy. Ma non è questa la sola novità prevista, dal momento che le informazioni sui domain name potranno essere salvate in varie lingue e diversi fornitori potranno condividere la gestione.

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Il problema di WHOIS

Una delle ragioni più importanti per le quali si è deciso di sostituire WHOIS, come si è detto, ha a che fare con la sua scarsa compatibilità con le norme contenute nel GDPR. Il protocollo consentiva, infatti, di pubblicare dati sensibili senza che gli utenti dessero il loro esplicito consenso, una evidente violazione della riservatezza delle informazioni personali da proteggere.

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